mercoledì 27 gennaio 2010

Una Qualunque Settimana Americana

Sveglia alle 6 del mattino - Di corsa barba e caffè - Prepararsi in tutta fretta - Salto in macchina - Accompagnare mogliettina al lavoro – Traffico – Semafori – Traffico - Recarsi al lavoro – Lavorare – Lavorare – Lavorare – Lavorare – Lavorare – Lavorare - E ancora lavorare - Di nuovo in auto - Stress lavorativo ancora appiccicato addosso – Precipitarsi a prendere la consorte in attesa (per ora in tutti i sensi) – Traffico all’ora di punta – Semafori – Traffico all’ora di punta - Semafori - Dritti al supermarket – Spesa - Troppo freddo per passeggiare - Troppo freddo solo al pensiero di star fuori - Finalmente a casa – Stress lavorativo che non se ne va - Di corsa a rilassarci per un po’- Rimorso per non aver fatto niente all’aria aperta - Ora di cena - Si cucina la cena - Si prepara la tavola – Cena – Cucina da sistemare – Balzo sul divano per guardare la tv – Frustrazione per non essere fuori a passeggiare - Videogiochi ed internet - Preparare vestiti per l’indomani per risparmiare qualche minuto - A letto con fumetti e riviste varie - Si chiudono gli occhi controvoglia - 6 ore di stato comatoso, sognando il mare - L’impietosa sveglia delle 6 colpisce ancora - Ricominciare la folle corsa per una vita ordinaria – Ripetere tutto di nuovo e allo stesso modo.
Ogni giorno è lo stesso.
Fortunato di avere un lavoro che paga spese e capricci. Felice di vivere con la persona giusta. Contentissimo della macchina e della casa nuova, che accoglieranno un figlioletto in arrivo.
Ma la vita, quella che mi portava a spasso, che mi legava alla natura, che mi faceva incontrare gli amici per strada, che mi stringeva a padre, madre e fratello, che rallentava il tempo per far si che godessi ogni cosa, che riempiva i polmoni, rinvigoriva corpo e spirito, questa vita dov’è? Cerco una risposta, negli attimi di lucidità, ma vengo risucchiato nella routine spersonalizzante di un’altra giornata, dimenticandomi anche quale fosse la domanda. Altre 24 ore per seguire disperatamente, ed inevitabilmente, quella lista di un’esistenza a stelle e strisce che a tutti sembra andar bene. L’anima può anche attendere, sembrano pensare qui. E così passano la vita intera in auto, sempre di fretta e senza nemmeno guardarsi, a bere come pazzi ai bar come unica scusa per incontrarsi, parlando spesso solo di soldi e lavoro. Ma la mia è un’anima diversa, un’anima strana, cresciuta in un mondo lontano, più ingenuo, che nessuno può capire. Forse proprio perché non hanno tempo.