mercoledì 25 agosto 2010

Pomeriggio Surreale


Passeggiata al fresco di fine estate, senza scopo, da solo per una strada che le gambe conoscono a memoria. Dal nulla la pioggia mi sorprende. Pesantemente cade, precipita, spinge su ogni cosa. Batte su viso e corpo, si fa strada tra pelle e muscoli, arriva all’anima e seppellisce tutto quello che c’era di me. Rimane solo una pozza d’acqua gelida, sul bordo del marciapiede, che pian piano svanisce all’arrivo del sole. E nessuno se ne accorge davvero.

lunedì 23 agosto 2010

Tre Canzoni dalla Mia Adolescenza



Canzone della Liberta'

Non so quante volte mi hai sentito dirti “TI AMO”.

Ed hai visto luccicare i miei occhi per te, nella notte.
Ma se tu davvero vedessi il mio cuore capiresti.
E senza far rumore ce ne andremmo via, per mano.
Senza una meta ma insieme, lasciando dietro le nostre ombre.
Se tu vedessi il mio cuore potresti volare con me, sfiorando le onde fredde del mare. E tutti i pesci prenderebbero a saltare.
Chiudi gli occhi e guardami dentro. Non mi farai male.
E ci abbracceremo tutta la notte, mentre il silenzio ubriaca le strade.
E ce ne andremo liberi, senza più voglia di tornare.
Senza più voglia di tornare.


Canzone Triste



Quanti gatti per la città! Tremila occhi che squarciano il
buio. Escon di notte e nemmeno lo sai.
Sembrano un fiume che inonda le strade.
E poi davanti seimila topini. Corrono svelti per vivere ancora. E per scappare di nuovo domani.
Sul marciapiede c’è un vecchio ubriaco, piange in silenzio
e si copre le braccia. La sua coperta è fatta di sogni, dei sogni più belli.
Sopra nel cielo ha paura la luna, che questa notte
non vuole apparire. Mai come adesso la terra sta zitta.
E tutto intorno un miagolio che si allontana.
Che si allontana.




La Canzone del Mare



Guardavi i gabbiani tra i raggi del sole. Scendevano lenti
e leggeri sul mare. Ridevi e dicevi che carezzavano le onde.
Carezzavano le onde.
Il vento soffiava, e soffiava con forza. Tu mi baciavi più forte di
lui. Forse è per questo che ti chiamavo amore. Forse è per questo che
stavo con te.
Un pescatore rideva sul molo. Dentro al suo secchio saltavano i pesci. Saltavano i pesci.
In aria sentivo il tuo dolce profumo, e una canzone suonava per noi.
Ma ora nell’aria c’è solo il silenzio, ed i gabbiani non volano ormai.
Io mi domando perché sei sparita, mentre le onde mi bagnano il cuore. Sto tutto il giorno col vento ad aspettare. Forse tra un poco poi arriverai.
C’è un pescatore che ride sul molo. Dentro al suo secchio
c’è un vecchio scarpone. C’è un vecchio scarpone.