lunedì 9 gennaio 2012

Lo Scrigno


Ho uno scrigno, nel petto. Come una salvezza. Quando non c'é piú piú luce attorno lo apro e vedo me, da bambino, che con mio fratello guardo i cartoni animati giapponesi. Ci trovo dentro le recite buffe alla scuola elementare, i lavoretti fatti per la festa della mamma, la mia maestra e tutti i compagni di scuola. Sono un bimbetto con gli occhiali ed i capelli con la riga, come papá. Poi un ragazzino che legge i suoi fumetti mentre tutti dormono, perso tra le meraviglie di mondi irreali. Tra quei tesori scorgo le corse in motorino con l' amico di turno, i primi appuntamenti con le ragazze, i volti e le emozioni di ogni mio amore passato, i lunghi viaggi su di un treno sudicio, dal quale mi sporgo e trovo fuori il mare della mia terra. Gli arrivi a tutte le stazioni o gli aeroporti, dove una madre e un padre amorevoli mi hanno sempre aspettato. E poi mi aggrappo a quella giovinezza che non é voluta mai andar via, ai sogni che col tempo sono sempre gli stessi, alla semplicitá e all'innocenza delle cose piú belle.
Apro lo scrigno e mi fermo ad ammirare quello splendore, a sorridere, a piangere, a sorprendermi di quante cose cambino durante una sola vita. Poi lo richiudo con gentilezza, caramente, con attenzione, mentre il sole ritorna nella stanza. E questo circo imperfetto, questo battello esile in un mare di misteri, continua la sua strada verso chissá dove.