Pomeriggio Invisibile (Foto delle Panchine by Marco Muscianisi)
Era ora
di pranzo. Nessun rumore per le strade, i negozi e le botteghe avevano chiuso
già da un pò. Il vento faceva danzare sul marciapiede i volantini di
qualche giorno fa, mentre un cane randagio si adagiava all'ombra di un muro, per
sfuggire la calura. Nella spiaggetta sul lungomare una cassetta della frutta,
naufraga da chissà quale avventura, si faceva
trascinare dalle onde fino a graffiare la battigia. Era triste pensare che
nessuno le prestasse attenzione, che quella piccola carcassa di legno quasi non
esistesse più.
Nella
campagna non lontana, il sole siciliano batteva forte sulle rocce e tutto il
resto. L'odore degli ulivi ed il canto dei grilli pungevano l'aria in una
sinfonia singolare.
Nulla era mai
davvero cambiato, in quei luoghi a me cari. E niente, nell'istante di un
pomeriggio qualunque, sembrava fuori posto.
Forse era
quello l'attimo vero della giornata, pensai, l'angolo sincero di vita della
nostra terra. Lontano dal fracasso di macchine e macchinari, da chiacchiere e
stramazzi, monete e mercati. Il vero stava in quel cielo che si arrossava e nei
colombi che si posavano sulle panchine vuote del lungomare.
Ed io mi
tenevo a distanza, come nascosto, per assorbire quel significato e gioirne,
anche solo per poco.
Poi i pescatori tornarono in mare e le auto cominciarono a
riempire il porto, aspettando i traghetti per quelle isole che, da qui,
sembrano piccole illusioni all'orizzonte.