domenica 18 ottobre 2020


 Ho portato Luca in Italia, per la prima volta, quando aveva solo 3 mesi. Era un bimbo così piccolo, che faceva sembrare le onde del mare di Milazzo ancora più maestose.

Da allora, siamo tornati in Sicilia ogni estate, ed ogni volta mio figlio ha scoperto nuove meraviglie, esplorato i mille luoghi della mia giovinezza, imparato in fretta l’italiano per parlare con gli amatissimi nonni. 

L’Italia é sempre stata per lui un grande motivo d’orgoglio, una parte profonda del suo essere. Mi domanda spesso dei nostri antenati, dei loro piccoli e grandi aneddoti, delle mie monellerie da bimbo e spensierate peripezie da ragazzo, in una Milazzo d’altri tempi.

Luca é nato in America, ma come dice sempre lui  “La nostra famiglia sará sempre italiana”

Adesso mio figlio ha 10 anni, lo ascolto mentre fa progetti per il suo futuro e mi si apre il cuore. “Papà-mi confida- quando sarò grande avrò un lavoro che posso fare online, tornerò a vivere qui in Sicilia, restaurerò la nostra vecchia 500 ed anche la casa dei nonni. Penso che, magari, sposerò una ragazza italiana. La mia vita sará qui, perché tutto é troppo bello e vivace. Il pane e la pizza, poi,  li fanno proprio bene e la frutta qui ha il sapore vero. Papà -dice gesticolando con le sue manine- tu lo sai che i Talotta devono tornare in Italia!"

Lo guardo crescere ogni giorno e scopro sempre più il suo animo buono, il grande attaccamento alle radici di famiglia, i tanti talenti, la sua sensibilità così incredibilmente speciale, sentendomi fortunato che lui abbia assorbito i valori a me più cari, quelli che nella vita contano davvero. Per un padre, vedere il figlio cogliere così a fondo ogni insegnamento, trovarlo a guardare il mondo con i tuoi stessi occhi e' la gioia più immensa. Lo sento sempre vicino a me e lui mi cerca e segue in ognuna delle mie pazze avventure.


Ed eccoci qui, di nuovo nella nostra spiaggia, ad ammirare i gabbiani e discutere di mille idee e progetti. Un attimo felice e speciale, come mille altri trascorsi insieme.

Chissà, forse un giorno ci porterà i suoi figli a contemplare questo spettacolo mai uguale.  Sono sicuro che, tra le altre cose, gli racconterà un po’ del suo papà.

domenica 20 settembre 2020

Sin dal mio trasferimento negli Stati Uniti, avvenuto 15 anni fa, avevo sempre vissuto il ritorno in Italia con gli occhi da vacanziere. Per tutto questo tempo, durante le mie estati a Milazzo, avevo avuto l'impressione che l'esperienza nella mia cittadina d'origine, sebbene molto felice, avesse un qualcosa di superficiale.
Mi trovavo qui solo per un breve periodo e sempre nella stessa stagione.
Molto spesso, mi sono chiesto come sarebbe stata la mia vita quotidiana in tempi normali, lontana dalla routine di spiaggia, ombrelloni ed il viavai di turisti. Avevo un disperato bisogno di sentirmi integrato, di capire se fossi ancora capace di vivere qui da milazzese e non da ospite.
Quest anno, finalmente, ho avuto l'occasione unica di trascorrere più di tre mesi in Italia, durante i quali ho avuto un’importante conferma.

Dopo la fine di Agosto, quando la maggior parte di turisti e vacanzieri hanno ripreso le loro vite normalmente, io ero ancora qui ad osservare la spiaggia vuota mentre lavoravo ad un computer. I miei figli si son goduti le loro prime bici e canne da pesca italiane, gettandosi nelle mille avventure di questi mesi, poi anche loro hanno iniziato la scuola virtuale a distanza. La Sicilia é divenuta ben presto casa nostra, non più una meta di villeggiatura.
Dopo tanti anni, sono riuscito a seguire attivamente i miei genitori nelle loro imprese quotidiane, scoprendone dettagli e particolari di cui ero stato sempre curioso.
Ho camminato per le strade del quartiere dove sono nato e cresciuto, avendo il tempo di notare i tanti cambiamenti, ma compiacendomi delle cose che sono rimaste immutate. Ho girato ed esplorato quotidianamente la mia Milazzo, cercando di rivivere emozioni mai dimenticate. Ho preso tutte le scorciatoie che usavo da ragazzo, incontrando molte persone che si ricordano ancora di me. Mi sono anche ritrovato a sorridere nel guardare i ragazzini che tornavano dalla stessa scuola che ho frequentato io stesso qualche decennio fa.
Un pomeriggio, in particolare, mi son seduto sugli scogli della Croce di Mare ed il rumore delle acque ed il senso di pace mi hanno riportato indietro alla mia giovinezza, quando spesso scappavo dai compiti per parlare con il mare.
Ho poi osservato i movimenti in paese durante il periodo delle votazioni, ho conosciuto nuovi amici, portato i miei bimbi in bici sul lungomare e poi a pescare in spiaggia di notte, avendo sempre la profonda ed importante sensazione di venire riassorbito da questi luoghi, così infinitamente pieni di ricordi.
Ed ho scoperto, contrariamente ad i miei timori, che sono sempre il Marco di una volta. Nulla é davvero cambiato.

Ho finalmente compreso che la mia vita non é mai stata davvero stravolta dalla lontananza geografica dal mio luogo d'origine. La mia sensibilità, il mio modo personale di vedere e sentire le cose viene proprio da qui, da questa cittadina sul mare alla quale vengo richiamato sempre quando ne sono lontano. Alcuni non capiranno, ma non importa. In fondo, questa è la mia storia.
Tra pochi giorni tornerò in America, in quel mondo così diverso, ma questa volta non ci sarà tristezza sul mio viso. Solo la gioia di chi ha ritrovato sė stesso.

martedì 25 agosto 2020

Dietro un Cancello Arrugginito

 

Alla fine del lungomare, passeggiando, spesso mi fermo ad ammirare una spiaggetta alla quale nessuno sembra prestare attenzione. 

Dietro un alto cancello arrugginito la trovo sempre lì, come fosse un angolo di mondo dimenticato, che quasi vuol nascondersi.

Di rado, vi trovo qualcuno seduto a guardare l'azzurro lì davanti, e mi chiedo a cosa 

pensi, che cosa provi.

Quella piccola spiaggia, invisibile a molti, e' forse un'oasi nel caos, un rifugio discreto dal mondo frenetico che la circonda.

C'e' pace laggiù dall'altro lato, penso mentre mi sporgo per osservarla meglio. 

Un aliscafo di passaggio adesso fa alzare le onde, che si scagliano sui frangiflutti e donano a quel panorama una dimensione tutta nuova.

A volte mi trovo a fantasticare, immaginando di essere un naufrago e di approdare su quella battigia. Senza dir niente a nessuno rimarrei lì ad assorbire la solitudine, senza preoccuparmi di niente per un po'. Aspetterei la notte per riposare le mie ossa stanche, dopo il tanto navigare. 

Non sarebbe poi così male, mi dico sorridendo.

 

Poi, ancora perso nei miei pensieri riprendo sempre il cammino, promettendomi di ritornar presto a guardare oltre quel cancello.