lunedì 14 aprile 2008

"L'Appuntamento". Testo : Marco Talotta - Illustrazioni : Tip Thongtavee

Colazione con cereali e qualcosa che mi fissa da dietro le tende. E’ uno di quelli rossi. Quelli che nelle mani hanno un dito solo, un solo indice corto e pulsante. Lo aprono e chiudono in continuazione, nervosamente. Non so cos’è che li rende più tozzi degli altri, forse quel collo così grosso e gonfio. Hanno un modo lento e penoso di respirare, quelli rossi, non so spiegarmi perché. Adesso si avvicina goffamente, a scatti, striscia sotto il tavolo e si ferma qui ai miei piedi. Oggi sembra sudare più del solito.
Questo latte sta quasi diventando acido, mi brucia sulla lingua. Non è un bel modo per iniziare la giornata. Se avessi un lavoro, oggi non ci andrei.
La creatura non mi lascia sola neanche mentre faccio la doccia, si è nascosta nel cesto della biancheria e crede che io non lo sappia. Il getto d’acqua è così forte e piacevole su di me che per un attimo sorrido.
Ne stanno arrivando altri, più piccoli e incredibilmente agili. Non sono rossi. Uno di loro sembra incuriosito dal mio spazzolino da denti e ne mordicchia le setole. Forse ha trovato frescura in qualche residuo di dentifricio. Sono felice che non stiano ancora litigando tra loro. Quando lo fanno, le ombre sul muro si incontrano e scontrano rendendo scura ogni stanza della casa. Prendo l’accappatoio e loro cominciano a scappare, solo quello rosso resta immobile e continua a spiarmi.
Paul ha deciso che oggi possiamo riprovarci. Penso di essergli mancata molto in questi due mesi. Mi piace Paul, mi piace davvero. Le sue braccia sono grandi, forti, quando mi stringe quasi non respiro più.
Inizio a truccarmi e dentro lo specchio si muove qualcosa, è come un volto rugoso ma senza sguardo.
Ancora un po’ di rossetto e sarò la più bella di tutte, oggi.
Dei rumori in cucina fanno vibrare un po’ le pareti, qualcosa sta sbattendo sui muri le pentole e tutto quello che trova. Sembra opera di un essere forte, pesante, il suo grido è rabbioso e violento, come se uscisse dal fondo di un pozzo.
Non ho più molto tempo per prepararmi, è quasi l’ora dell’appuntamento. In camera da letto l’armadio è stato morso più volte, nel suo interno solo un abito è rimasto intatto. Metto quello.
Una tra le entità presenti nell’ingresso mi apre la porta, sussurrandomi nell’orecchio assurde minacce. Le sue risate suonano come dei grugniti ascoltati al contrario sopra un nastro. Dice che presto perderà il controllo e mi ucciderà senza alcun rimorso, senza alcuna pena.
La macchina si accende al primo colpo, credo che oggi sia proprio il mio giorno. Sul sedile alla mia destra c’è un’oscena figura senza pelle. E’ molto triste e non fa che piangere e tossire, creando un curioso effetto sonoro nell’abitacolo.
Giro la prima a sinistra e non posso fare a meno di notare le viscere ingarbugliate del suo corpo trasparente. Credo che dei vermi si stiano cibando dei polmoni e gli diano molta noia.
Ecco il cinema, sono anche un po’ in anticipo. Faccio un giro per cercare parcheggio e qualcosa ferma il traffico. Qualcuno ha investito un bambino, vicino al marciapiede. Angeli e demoni lo ghermiscono terribilmente proprio mentre la madre perde i sensi. Una scena orribile.
Scendendo dalla macchina ho quasi rotto un tacco, comincio a innervosirmi sul serio. Sono le mie scarpe migliori e adesso hanno un graffio, un’enorme incisione che non potrò mai far riparare.
Davanti al negozio di fiori una sagoma continua a mutare forma arrampicandosi sul lampione, come per gioco.
Mi guarda in faccia e comincia a tremare, ansimare. I suoi occhi sono sempre più grossi, le vene si gonfiano perdendo gocce di un sangue nero, formano a terra densi laghetti, dei rigagnoli fetidi che un gattino in tutta fretta inizia a leccare. Tutte le rose gialle del negozio appassiscono, anche qualche orchidea. Dietro quel vetro svogliatamente lucidato i petali cadono e si contorcono senza fine. E una vecchia signora dalla voce stanca, arrivata dal fondo della strada, mi dice qualcosa, una confidenza che la riempie di buon umore. Che la fa ridere a occhi chiusi come una ragazzina.
Dice che Paul non esiste e che non c’è mai stato, che è una mia folle, disperata invenzione.

Aspetto lì vicino al lampione per un’ora.

Due.

Paul……Paul non arriva. Vado via e finalmente le strade sono libere.
Sotto il sedile dell’auto, lentamente, con affanno, qualcosa respira. E’ uno di quelli rossi.


7 commenti:

Marco Talotta ha detto...

Da qualche mese ho cominciato a scambiare qualche parola-tra una situazione di stress e l'altra- con una mia collega di lavoro, di origine tailandese. Si chiama Tip ed ha praticamente i miei stessi gusti cinematografici e fumettistici. L'altro giorno, per caso, ho scoperto che segue dei corsi di Grafica e che ama molto disegnare. Le ho chiesto di portarmi qualche stampa dei suoi lavori e lei, con qualche ripensamento dovuto alla timidezza, mi ha mostrato 2 delle sue creazioni. Lo stile era molto preciso, una combinazione tra il macabro e il disturbante, con una potenza espressiva davvero notevole. Mi sono gasato così tanto che il giorno stesso le ho spedito via e-mail una mia vecchia horror story(tradotta per lei in inglese), che rispecchia fedelmente quel suo stile così particolare. Dopo neanche 5 giorni, lei mi ha regalato l'illustrazione che adesso vedete sul blog, e mi ha anche dato la sua disponibilità per collaborazioni future su "Marco Talotta's World".Inutile dire che qualcosa già bolle in pentola...
Grazie Tip !!!

jasonjason ha detto...

non avevo mai letto un tuo racconto horror. Sinceramente mi è piaciuto molto. L'ho preferito anche alle tue storie fantastiche!Ne voglio ancora!!scritto bene, mi ha incuriosito sin dal primo rigo:colazione con cereali e qualcosa che mi fissa da dietro le tende...perfetto!una paura che non lascia spazio ad alcun dubbio,qualcosa c'è e si muove.che importa se è vera o finzione?ormai fa parte della routine di tutti i giorni.terribile!!
anche l'illustrazione è perfetta..elegante nel motivo floreale ma morbosa nella figura che emerge dal nero dello sfondo.quello "rosso" ci sta spiando!

Marco Talotta ha detto...

Hey Joel, la tua recensione sfiora il paranormale per accuratezza e incisività...si vede che sei cresciuto a pane, Ciak e fumetti !

Lo zio d'America ha detto...

Due mostruosi talenti creano un mostruoso capolavoro, bellissimo il disegno che interpetra ottimamente il carattere misterioso del testo. Marco Scorsese,hoops, Milazzese, ci ha raccontato un altra favolosa storia piena di fantasia e suspense. Complimenti Marco e' sempre un piacere ed un emozione leggerti, complimenti anche alla tua collega artista.

Marco Talotta ha detto...

Ciao Zio, sono contento che il racconto ti sia piaciuto, ma più di tutto del fatto che continui ad essere ospite (d'onore)del mio blog. E proprio adesso che ti rispondo, ne approfitto per aggiungere una seconda illustrazione che Tip mi ha appena consegnato. A me piace anche più dell'altra!

Salvo ha detto...

Vero! Anche a me piace più dell'altra... sarebbe forte se riuscissi a pubblicare qualcosa di cartaceo dove combini i tuoi racconti con queste illustrazioni.
Un pò come Neil Gaiman e Dave McKean!

Anonimo ha detto...

Tanti auguri di Buon Onomastico dal tuo amico misterioso... ghgh :P

A presto

Frank