domenica 9 gennaio 2011

Un Vecchio Jukebox


Un vecchio jukebox suona musica dimenticata, la sala è deserta. C’e’ un signore, al bancone del bar, che ascolta e beve seguendo i pensieri. Il ghiaccio nel whisky gli gela le labbra, le rende fredde come quando un amore va via e ti mancano i suoi baci. Sta lì ed osserva il ventilatore sul tetto girare all’infinito, proiettando ombre sul pavimento di quel locale malandato. Gli sembra, e questo lo fa sorridere, di scorgere le sagome familiari di due giovani che si stringono e ondeggiano lievemente, seguendo le note. Un ragazzo ed una ragazza di tanti anni fa, quando avevano vent’anni.  S’incontravano lì quasi ogni sera, per girare su quella giostra allegra che la gente chiama amore. Quello, ma ancora non lo sapevano, sarebbe stato il periodo più felice delle loro vite. Volavano insieme e credevano che il mondo fosse loro.
Ma il mondo non è di nessuno, pensa l’uomo vuotando il bicchiere. E questa vita, lo comprendi invecchiando, dura troppo.  Cominci a veder tutti gli errori, le imperfezioni, a capirne l’inganno. I bei tempi, quando nel cuore qualcosa si rompe, son sempre nel passato.
Scrive su di un foglio il suo amore per lei, accennando un sorriso, poi esce fuori e lo getta nel vento. Nessuno lo leggerà, è troppo tardi. La donna, passione di giovinezza, moglie di chissà quale sconosciuto, forse anche madre, non è più su questa terra. Se n’è andata via un mese fa, ma a quel signore qualcuno l’ha detto solo ieri, distrattamente, per far conversazione.
 C’è freddo oggi per le strade, più che in ogni altro inverno.  L’uomo si avvolge nel cappotto, gira l’angolo e sparisce da questa storia che non ha più niente da dire.
Nel bar, adesso, non c’è più nessuno. E la melodia ingenua e dolce di quel vecchio disco, almeno per stasera, è la sua voce.
Le ombre, di fronte al juke-box, continuano a ballare.

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