martedì 12 aprile 2011

L'Ultimo Giorno



La folla scappa per le strade, qualcuno grida che hanno calpestato l’ultimo fiore, che l’ultimo degli alberi è caduto. E che, stamattina, l’ultima bomba dell’ultima guerra scoppierà. Il cielo è di un color grigio avvelenato, si riflette su quel mare senza pesci che nessuno può toccare. Squillano le sirene e uomini, donne e bambini sgomitano, si spingono tra loro, corrono e non sanno dove vanno. Si trascinano su quelle soffici collinette di spazzatura, ammassandosi e gridando come bestie atterrite. E la cattiveria, la crudeltà di quegli occhi, fa fuggir via anche i topi.

I vecchi sono seduti ad aspettare già da tempo, fumando pile di sigarette che li fanno tossire. Suonano come un’orchestrina stanca e stonata, che vuol soltanto tornare a dormire.  Loro non hanno paura, non provano rabbia, ma tra le rughe del volto gli leggi tristezza e delusione.
Prendo in braccio il mio unico figlio, così piccolo che non comprende, e gli dico che mi dispiace davvero. Gli spiego che domani non sarà la fine del mondo, come dicono tutti, ma sarà la fine di noi stessi. Qualcosa, forse un insetto o creatura microscopica sopravviverà e si moltiplicherà, ripopolando le macerie di questa terra tradita. Perché noi, esseri intelligenti, abbiamo scelto cosí.  Alzo lo sguardo e scorgo degli aerei così grandi che coprono il sole. Poi nessuno, nessuno al mondo, vede più nulla.

Nessun commento: