mercoledì 12 gennaio 2011

Apparizione (A Sorpresa) sulla Rivista X Times



(clicca sulla foto per ingrandire)


Mi e'appena giunta notizia  di essere  stato citato (con foto) e salutato, quale fedelissimo lettore, sul numero di Gennaio del magazine di ufologia "X Times".
Seguo X Times fin dagli albori, anzi anche da prima, quando si chiamava "Area 51'. Vivevo ancora in Italia, e ricordo che divoravo ogni uscita del giornale in una sola nottata. Poi mi addormentavo, ogni volta, fantasticando su mondi, pianeti e teorie incredibili.  Sono sempre stato attratto da quello stile grafico accattivante e dal loro modo particolare di trattare l'ufologia, che affianca ad una metodologia scientifica  un'apertura mentale non comune nel settore.  Per fare un esempio sul valore della loro opera di divulgazione, ricordo che, prima del loro arrivo nel panorama editoriale, all’esopolitica non era mai stata data la dovuta importanza. Col passare del tempo la rivista e' cresciuta costantemente, migliorandosi ed espandendo le tematiche trattate  (adesso, con gioia del sottoscritto, inseriscono anche articoli di criptozoologia). X Times, ora più che mai, è diventato il più valido mensile di ufologia italiana, nonché una lettura interessante e piena di spunti di riflessione.
E dopo elogi clamorosi, pirotecnici e rocamboleschi, torno tutto sudato alla mia storia: quel 5 Dicembre del 2005, quando partii definitivamente per gli States. Tra i vari capricci da figlio amorevolmente viziato, diedi precise istruzioni ai miei genitori: per facilitarmi la sopravvivenza in quel territorio sconosciuto, avrei dovuto trovare, inclusa nel pacco che mi spediscono mensilmente dall'Italia, una copia fresca di stampa del magazine. E cosi' e' stato, con l’influsso benefico del cosmo sulle Poste Italiane, fino ad oggi. Nel frattempo, ho stretto amicizia con Maurizio Baiata, giornalista, ex direttore del magazine ed adesso collaboratore dagli Stati Uniti, ed ho in seguito conosciuto "informaticamente" anche altri membri della redazione, trovandomi immediatamente in sintonia (da grande appassionato di fantascienza) con Pino Morelli, Direttore Responsabile, curatore di molte delle recensioni di libri e film sci-fi, ed autore del pezzo in questione. Che dire...ritrovare un trafiletto con la mia foto sul primo numero del 2011 della rivista e' stata una sorpresa piacevolissima, ed è per questo che ne ho voluto scrivere sul blog. Non posso, quindi,  che augurare a tutti loro una vita millenaria ed esortarli a pubblicare la rivista... anche su altri pianeti.

domenica 9 gennaio 2011

Un Vecchio Jukebox


Un vecchio jukebox suona musica dimenticata, la sala è deserta. C’e’ un signore, al bancone del bar, che ascolta e beve seguendo i pensieri. Il ghiaccio nel whisky gli gela le labbra, le rende fredde come quando un amore va via e ti mancano i suoi baci. Sta lì ed osserva il ventilatore sul tetto girare all’infinito, proiettando ombre sul pavimento di quel locale malandato. Gli sembra, e questo lo fa sorridere, di scorgere le sagome familiari di due giovani che si stringono e ondeggiano lievemente, seguendo le note. Un ragazzo ed una ragazza di tanti anni fa, quando avevano vent’anni.  S’incontravano lì quasi ogni sera, per girare su quella giostra allegra che la gente chiama amore. Quello, ma ancora non lo sapevano, sarebbe stato il periodo più felice delle loro vite. Volavano insieme e credevano che il mondo fosse loro.
Ma il mondo non è di nessuno, pensa l’uomo vuotando il bicchiere. E questa vita, lo comprendi invecchiando, dura troppo.  Cominci a veder tutti gli errori, le imperfezioni, a capirne l’inganno. I bei tempi, quando nel cuore qualcosa si rompe, son sempre nel passato.
Scrive su di un foglio il suo amore per lei, accennando un sorriso, poi esce fuori e lo getta nel vento. Nessuno lo leggerà, è troppo tardi. La donna, passione di giovinezza, moglie di chissà quale sconosciuto, forse anche madre, non è più su questa terra. Se n’è andata via un mese fa, ma a quel signore qualcuno l’ha detto solo ieri, distrattamente, per far conversazione.
 C’è freddo oggi per le strade, più che in ogni altro inverno.  L’uomo si avvolge nel cappotto, gira l’angolo e sparisce da questa storia che non ha più niente da dire.
Nel bar, adesso, non c’è più nessuno. E la melodia ingenua e dolce di quel vecchio disco, almeno per stasera, è la sua voce.
Le ombre, di fronte al juke-box, continuano a ballare.