giovedì 23 febbraio 2012

Un Nuovo Mondo



Nell'ultimo giorno del Grande Attacco, tra le macerie, un uomo ed una donna si trovarono vivi tra i morti. Avevano perso tutto. Si guardarono per la prima volta, ed in quel secondo capirono che non avevano mai avuto davvero niente. Insieme camminarono tra sentieri di cenere e tristi frammenti di passato. Per terra trovarono quello che restava del gioco di un bambino, poi stracci, cocci di ogni genere e carcasse di animali. Nei tubi dei respiratori, che gli avvolgevano il collo,  penetrava l'odore orribile di carne, plastica e gomma bruciate insieme. Neanche le sirene suonavano più, erano state anch'esse annullate da una potenza spaventosa, da quella furia inattesa e spietata che aveva colpito ogni cosa. I due cercarono di non piangere e proseguirono. Poi, luccicante sotto quel sole che diveniva sempre più scuro e malato,  la videro. Aveva la forma di una creatura marina, sembrava come una grande manta metallica. Uno degli Incursori giaceva senza vita all'interno di quella navetta, che non pareva danneggiata. L'uomo cercò subito di avvicinarvisi, ma la donna lo trattenne e gli parlò,  per la prima volta: "...Troppo dolore, troppi morti...stanne lontano!" Lui non si fermò e si fece strada tra la fessura d'entrata sotto un'ala del mezzo, era il suo istinto a dirgli che non vi era alcun pericolo. Con grande sforzo e repulsione spinse fuori la creatura squamosa, dal cui torace continuava a gocciolare un siero giallastro. Poi, fece un cenno alla sua compagna di fortuna. Adesso, come se non avessero altra alternativa,  quasi per nascondersi dall'orrore tutt'intorno, si trovavano insieme dentro la corazza lucida di un congegno alieno. Si sentirono subito male, la testa girava, le gambe si facevano deboli, il petto sembrava voler essere risucchiato dall'unico oggetto presente lì dentro. Era una grossa pietra di un colore vagamente simile al viola, ma molto più intenso, di una consistenza che oscillava continuamente dal liquido al solido. La pietra sembrava voler comunicare con l'essenza più intima del suo nuovo equipaggio, cercava di carpire informazioni all'interno di quelle anime martoriate dagli eventi. Poi la navetta iniziò a vibrare, prima impercettibilmente, in seguito con una potenza inaudita. L'uomo e la donna non compresero, si strinsero, temettero e forse sperarono che tutto stesse per finire. Non si stavano muovendo, o almeno così pareva. Dopo qualche secondo, ebbero la sensazione di sgusciare sotto un velo leggermente elettrico, avvertirono un sibilo curioso e poi più nulla. La donna finalmente pianse, e quando guardò fuori  si rese conto di trovarsi in un luogo completamente diverso. Sporse la testa all'esterno della navetta e sentì, attraverso quella maschera che le opprimeva il viso, un odore fortissimo. Proveniva da milioni di ciuffi verdi che spuntavano dal terreno, dappertutto. Poi scorse il grosso tronco di quello che sembrava un albero, non lontano da loro, dalla forma molto regolare e di un insolito colore marrone.  Esseri volanti e con solo un becco planavano leggeri su una distesa d'acqua trasparentissima, che non pareva emanare alcun vapore tossico. L'aria era fresca, pungente, apriva i polmoni. Non vi era traccia di nebbia, gas o fumi di alcun genere. Il sole era di un giallo inimmaginabile. Gettarono su quel suolo soffice le loro maschere filtranti e respirarono da soli, per la prima volta. E, come non accadeva da moltissimo tempo, sorrisero. Erano in un luogo lontano, in un mondo sconosciuto, ma dove?  Tutto era vagamente simile al loro pianeta, ma allo stesso tempo incredibilmente differente, meravigliosamente più complesso, armonioso. "E se gli Anziani avessero sempre avuto ragione? - formulò l' uomo con voce tremula- ... E se questi degli Incursori - proseguì - non fossero dei vascelli spaziali...ma veicoli interdimensionali?" La donna si mise le mani al volto, pensierosamente: " Potremmo non aver mai lasciato casa...forse siamo sempre qui, sulla Terra, ma in una dimensione diversa! " concluse. Poi una lunga pausa di silenzio, rotta dal cinguettare allegro dei volatili lassù. Forse i due erano davvero  arrivati lì per un motivo preciso. Era una sensazione strana, scomoda. Per un nuovo inizio, bisognava passare attraverso la fine. Ma quel mondo sembrava non sposarsi bene con ansie e preoccupazioni, così la donna si tolse di dosso la tuta di contenimento, annerita dai detriti, e si tuffò tra le acque con una leggerezza dimenticata. "Mi chiamo Eva...e il tuo nome qual é?"
" Il mio nome é Adamo! " rispose l'uomo denudandosi, e con un balzo la raggiunse in quello specchio azzurro di paradiso.

3 commenti:

Salvo ha detto...

Finalmente una versione interessante e certamente più plausibile!;)

Marco Talotta ha detto...

Forse la includeranno nella nuova patch della Bibbia, versione 2.0....

Terence ha detto...

Great and lovely post.